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«Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia», così diceva l'inquieto principe di Danimarca, e questa ricchezza la percepiamo penetrando le terre e i cieli di Paolo Facchinetti. Sentiamo aria fredda e tersa, quasi di vetro, profumi, crepitii, vento, la fuga delle nuvole, l'umido della terra e lo spostarsi dell'erba. Serve che l'uomo si faccia da parte, che l'artista decida, con estrema tensione, di mettere ogni fibra del suo sguardo, ogni tendine del braccio e delle dita, in ascolto muto di quell'universo che Galileo, un maestro dello sguardo, aveva definito «grandissimo libro che continuamente ci sta aperto davanti agli occhi». Giovanna Brambilla. Paolo Facchinetti inaugura il ciclo di mostre "20 opere con un testo", 20 opere a tema, corredate da uno scritto richiesto e offerto a e da persone vicine e lontane. Un luogo espositivo virtuale, che per paradosso appare più autentico del vero, in cui perdersi in ascetica contemplazione. Un ciclo che, sempre identico a sé stesso ma sempre nuovo, ci si propone di perpetuare, a scadenze regolari, ad libitum. Unica concessione a quel mondo che ci pare lontano e perduto è il catalogo che accompagna ciascuna tappa del progetto, in edizione limitata numerata e firmata dall'artista. Testimone silenzioso del nostro presente, luogo di partenza, e del tragitto lungo il quale, tappa dopo tappa, verremo condotti.